Caos cantieri e sequestri in tutta Italia: il superbonus sta per scadere e molti lavori sono ancora incompiuti. Ma cosa accade alle agevolazioni?
Il superbonus si avvia verso la sua conclusione, con la scadenza prevista per la fine del 2025. Tuttavia, il percorso dell’agevolazione fiscale si è rivelato accidentato, tra cantieri bloccati, truffe e sequestri in tutta Italia. L’ultimo caso è stato registrato a Latina, ma situazioni simili si stanno verificando in diverse città del Paese. La domanda che sorge spontanea è: cosa succede se i lavori restano incompiuti?
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Il doppio salto di classe: il principio alla base del superbonus
Introdotto a metà del 2020, il superbonus aveva un obiettivo chiaro: ridurre le emissioni degli edifici attraverso interventi di efficientamento energetico. L’agevolazione prevedeva un significativo miglioramento delle prestazioni energetiche degli immobili, ottenibile mediante:
- Installazione di cappotti termici;
- Utilizzo di sistemi ibridi e pompe di calore;
- Sostituzione degli infissi con modelli più performanti.
L’incentivo veniva concesso solo se l’intervento garantiva il doppio salto di classe energetica. Tuttavia, la realtà si è dimostrata ben diversa dalle aspettative iniziali.
Cantieri fermi e truffe: un problema diffuso
Negli ultimi anni, il sistema del superbonus ha evidenziato numerose criticità. Molte imprese si sono improvvisate per accaparrarsi i lavori, senza poi riuscire a portarli a termine. Nei casi più gravi, si sono verificate vere e proprie truffe, con lavori lasciati a metà o addirittura mai avviati.
L’intervento dell’Agenzia delle Entrate: stop agli incentivi per lavori incompiuti
La questione chiave riguarda ora l’aspetto fiscale: è possibile usufruire delle agevolazioni anche in caso di lavori incompleti?
La risposta è chiara: no. Il principio cardine è che i lavori devono essere completati e devono garantire il risparmio energetico previsto affinché lo sconto fiscale sia valido. In caso contrario, si rischia un recupero delle somme da parte dell’Agenzia delle Entrate.
L’eccezione del 2023: quando è possibile evitare il recupero
Nonostante il rigido principio generale, a fine 2023 il Governo ha introdotto un’eccezione di portata limitata. La norma stabilisce che il superbonus oggetto di cessione sulla base degli stati di avanzamento dei lavori (SAL), effettuati entro il 31 dicembre 2023, non può essere recuperato in caso di mancata ultimazione dell’intervento.
Questo vale anche se non viene raggiunto il requisito del miglioramento di due classi energetiche.
Tuttavia, in tutti gli altri casi, l’agevolazione può essere revocata.